Un territorio si lega ai suo prodotti, se poi la comunità è piccola il legame diventa viscerale e diviene poco praticabile distinguere l’identità di una comunità dal suo prodotto.

Questo è il caso della Salsiccia rossa di Castelpoto, borgo sannita nella valle caudina ai piedi del Taburno che è conosciuto ed apprezzato proprio per questo grande prodotto gastronomico. La Salsiccia rossa di Castelpoto è il frutto di una lenta e antica lavorazione di carni di suino scelte e mescolate nei “papauli”, veri e propri scrigni appesi a testa in giù (in foto a destra) che conservano all’ombra la carne del suino a cui si aggiunge la polvere di piccoli peperoni locali essiccati.

La produzione avviene nei mesi freschi dell’anno, fino alla primavera. La salsiccia di Castelpoto deve la sua fortuna, caso raro, all’intuizione della politica locale che in collaborazione con i produttori più di un decennio fa si inventò una Fiera/Mercato per far conoscere questa eccellenza nel territorio e in tutta la regione. Da lì poi la nascita nel 2008 del Consorzio Salsiccia Rossa di Castelpoto e un anno dopo l’elezione a Presidio Slow Food. Essere allevatori o produttori in terra sannita è una scelta di vita, significa sopratutto non emigrare e puntare sul territorio.

fonte CRONACHE DEL SANNIO